Il Segreto Della Torre Di Londra by C. J. Sansom

Il Segreto Della Torre Di Londra by C. J. Sansom

autore:C. J. Sansom
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: Fiction, Historical, Mystery & Detective
ISBN: 9788860611710
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2007-11-14T23:00:00+00:00


Capitolo ventiquattro

Bussarono forte alla porta d'ingresso, e un momento dopo Madge introdusse nella stanza Tamasin. La ragazza era accaldata e affannata, e mi rivolse la più veloce delle riverenze. «Signore», disse, «vengo da King's Manor. La guardia al portone mi ha detto che eravate venuto in città e io ho pensato che potevate essere qui. Ci è stato ordinato di tornare subito. Jack è qui?» Feci un cenno di assenso. Madge andò a chiamarlo. Giles sorrise, ammirando l'abbigliamento di Tamasin, il vestito verde e i capelli biondi sotto il copricapo alla francese. «Accidenti», osservò, «oggigiorno a corte s'impiegano messaggeri davvero graziosi.»

«Temo che dovremo andarcene senza aver esaminato le petizioni», dissi io.

«Be', sono piuttosto semplici e le abbiamo già viste. Venite al castello alle nove, così le riguarderemo allora per un'oretta.» Mi guardò incuriosito. «Qualcosa non va? Vi manda a chiamare Maleverer?»

«Me l'aspettavo quasi, una convocazione», risposi evasivamente.

Giles annuì, poi tornò a osservare Tamasin con schietta ammirazione; lei arrossì un poco.

«Di dove siete, signorina?» le chiese.

«Di Londra, signore.»

«Come mastro Barak.» Questi comparve sulla porta, guardando allarmato Tamasin. «Bene», disse Giles, «vi vedrò domani mattina.» Mi scusai ancora per dovercene andare così alla svelta, dopodiché uscimmo.

«Che è successo?» chiese Barak, mentre Tamasin ci precedeva svelta lungo la via.

«È successo ciò che mi aspettavo», rispose lei, con il fiato un po' corto. «Ero in camera mia, quando è entrata Lady Rochford in persona, infuriata come una belva. Mi ha detto di venire a chiamarvi, Jack. Dobbiamo incontrarci con lei in uno dei padiglioni. Ho fatto quasi tutta la strada di corsa.»

«Si direbbe che abbiate avuto ragione entrambi», mi disse Barak. «Vuole parlarci, non ucciderci.» Respirai a fondo. «Vedremo.» Tamasin mi guardò preoccupata. «La convocazione riguardava solo Jack e me.»

«Voglio sapere di persona ciò che dirà», affermai. «E magari in presenza di un avvocato farà meno la prepotente.»

«Non conoscete Lady Rochford, signore», rispose Tamasin, non troppo convinta.

Ci recammo rapidi a King's Manor, dirigendoci verso i padiglioni, che nel fine settimana erano sorvegliati, ma vuoti. «È nel più vicino», disse Tamasin, facendo strada attraverso la bizzarra struttura. C'erano sentinelle davanti alle torri su entrambi i lati dell'arco d'ingresso, che sembravano di mattoni finché non si arrivava vicino e si notavano le venature del legno sotto la vernice. Gli uomini incrociarono le picche per fermarci. Guardai Tamasin, che accennò con il capo. «Siamo attesi da Lady Rochford», dissi. La sentinella ci squadrò. «Sua signoria ha detto: solo un giovanotto e una donna.»

«Le istruzioni sono cambiate.» Mentre la guardia mi scrutava mi resi conto, a disagio, che, in contrasto con le norme, portavo un pugnale. L'uomo, però, annuì, decidendo evidentemente che non ero pericoloso. «Seconda porta a sinistra», spiegò. Lui e il suo commilitone risollevarono le picche, e passammo. Provai un improvviso timore: e se dietro a ogni cosa ci fosse stata Lady Rochford, se avesse avuto dei complici pronti a ucciderci? Tuttavia, era ridicolo: i soldati ci avevano veduti e sapevano che lei era all'interno, come avrebbe potuto evitare di essere scoperta?

Al di là dell'arcata un



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